giovedì 14 maggio 2009

Non ho nemmeno mangiato troppo gelato...

Il problema è che non insorge se faccio qualcosa di sbagliato (o che penso sia sbagliato) anche solo eccedere con il gelato se sono a dieta...
Nasce da solo e basta. Prima ancora che faccia questo qualcosa di sbagliato.
Forse è causa di un'ansia da prestazione, una sovrastima della propria onnipotenza, uno stress intrinseco che non ti molla mai.
E' la conseguenza del fatto che ti senti in dovere di controllare tutta la tua vita e le situazioni che la circondano; sei rigido/a e non vuoi/puoi mollare e rilassarti.
Io sono così. Per stare in pace con me stessa devo controllare tutto: le situazioni e le emozioni. E non voglio l'aiuto di nessuno. Quando mi sento stanca e spossata... arriva i senso di colpa e mi devasta!

venerdì 8 maggio 2009

W il senso di colpa... forse

E se il senso di colpa fosse anche una cosa giusta, almeno ogni tanto?
Ovvero, se facesse bene? Insegnasse il rigore e le regole (che sono fondamentali nella vita); stimolasse la mente ad un continuo allenamento (non favorendo l'apatia); formasse il carattere...
Certo. Sono tutte cose vere, buone e giuste.
Ma io detesto il senso di colpa.
Lo detesto, eppure non riesco a farne a meno; non riesco a liberarmene.
Le teorie degli psicologi sono molteplici e vanno a carcare motivazioni e cause scatenanti nell'educazione dell'età infantile...
Riporto una citazione dal web (http://web.ticino.com/oasiblu/knowmore/01colpa.htm)
Il senso del dovere, il senso di responsabilità, la disciplina, l'autocoscienza, sono gli essenziali precursori - derivanti da un'educazione ispirata essenzialmente a tali valori - per lo sviluppo di una personalità altamente autocritica e come tale infelice perchè incapace di darsi tregua.Ricevere un'educazione troppo ferrea significa implicitamente sviluppare il bisogno di aderire a standard di "perfezione" per prevenire il senso di colpa conseguente ad ogni eventuale inadempienza a ciò che si considera un proprio preciso dovere. Il percorso ha inizio dall'esterno (ovvero dalle richieste provenienti dai genitori), ma finisce poi con lo spiralizzarsi verso l'interno : si tende infatti, successivamente, ad auto imporsi obiettivi e canoni persino più ardui di quelli trasmessi dai genitori, allo scopo di prevenire ogni critica ed ogni rimprovero. Il bisogno preminente di chi sviluppa una personalità smodatamente severa con se stessa, è quello di impedire agli altri di imputargli un eccesso di indulgenza verso sè stesso, il che risulterebbe insostenibilmente mortificante. Quando si inizia ad imporsi degli standard eccessivi, il percorso distruttivo è già iniziato, soprattutto perchè si manifesterà una progressiva tendenza all'innalzamento degli obiettivi e del livello di difficoltà delle prove in cui si sceglie di cimentarsi.Questo processo nasce , secondo l'ipotesi psicodinamica, dal bisogno di riparare ad una ferita narcisistica dell'io, che ha avuto inizio con le ripetute mortificazioni cui il bambino è stato sottoposto nell'arco della sua educazione; il non essere mai stato incoraggiato ed apprezzato, ma piuttosto spronato a "fare di più", genera un basso livello di autostima, che induce a maccanismi compensatori che consistono nell'imporre a se stesso delle sofferenze e delle privazioni che possano apparire all'esterno nobilitanti e lodevoli.Una volta imboccato questo cammino, la strada diventa via via sempre più penalizzante, perchè interrompere il meccanismo autopunitivo rappresenterebbe un eccesso di benevolenza verso di sè, con il pericolo (soggettivamente percepito) della disapprovazione altrui; di contro si tende a "rincarare" la dose giorno dopo giorno, per prevenire i rimproveri e guadagnarsi quanta più stima possibile dall'esterno. E' facile immaginare che, a lungo andare, questa spirale si trasformi in un autenitco calvario, scandito soprattutto dall'ansia di non riuscire più, ad un certo punto, ad adempiere agli sforzi sempre più ardui che si richiede a sè stessi. Per questa ragione la stragrande maggioranza delle condotte autopunitive come l'automutilazione, i disturbi del comportamento alimentare , ed in special modo le condotte restrittive ed eliminatorie dell'anoressia nervosa e della bulimia nervosa, trovano nel senso di colpa il principale precursore.